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La Serva di Dio Sour Emanuela Kalb CSS

LA SERVA DI DIO SUOR EMANUELA KALB, CSS (1899-1986)

I. Breve profilo della vita

a) L’infanzia, l’educazione e la conversione

Suor Emanuela Maria Magdalena (Chaje) Kalb nacque il 26 agosto 1899 a Jarosław vicino a Przemyśl, nella zona sud-orientale della Polonia (Galizia Orientale), soggetta allora alla dominazione austriaca, nella famiglia ebrea, molto credente, di Schie (Osias) Kalb e Jütte (Ida) Friedwald. Subito dopo la nascita della Serva di Dio, la famiglia Kalb si è trasferita a Rzeszów, a circa 60 km da Jarosław. Chaje (il suo nome polonizzato: Helena; in italiano: Elena), fu la primogenita di sei figli.

I suoi genitori erano di confessione ebraica; il padre era commerciante; la madre invece era casalinga e, naturalmente, a lei spettava in gran parte l’educazione dei figli. Chaje ed i suoi fratelli ebbero un’accurata educazione nella religione dei propri padri. La madre, la sera, leggeva spesso la Bibbia ai suoi bambini e raccontava loro della venuta del Messia atteso. Sin dall’inizio fu instillato nel cuore di Chaje un immenso desiderio di trovare la Verità, di conoscerLa, di amarLa; e nello stesso tempo l’amore del prossimo, la sensibilità alle sue necessità e la sollecitudine per il bene dell’altro.

Nel corso del tempo la famiglia subì delle prove assai penose: il padre, prima della guerra mondiale del 1914, partì per l’America in cerca di lavoro (Chaje non lo incontrò più) e morì lì negli anni venti. Nel 1916 morì Jütte, la madre della Serva di Dio, che durante l’epidemia di tifo aveva curato gli ammalati e ne aveva preso il contagio. Questa morte colpì profondamente il cuore dei figli ed influì decisamente sulle vicende della loro vita nel futuro. I più grandi fra di loro, sin da allora, hanno dovuto loro stessi guadagnarsi il loro sostentamento quotidiano. La cura dei più piccoli (Natan e Rachel) spettava ai parenti, che dopo un breve periodo di tempo decisero di consegnarli all’orfanotrofio tenuto dagli ebrei.

Chaje, tra gli anni 1905-1915, ricevette l’istruzione base nelle scuole elementari pubbliche a Rzeszów e continuò l’educazione nel ginnasio del posto. La via alla fede, da lei percorsa, la fece passare attraverso la fatica della ricerca dell’unica Verità, del riconoscere in Cristo il Messia atteso e della scelta radicale di Gesù, suo Maestro e Sposo. Dopo la morte della sua mamma, a diciassette anni, si ammalò e in ospedale incontrò le Suore. Affascinata dal loro atteggiamento di servizio disinteressato al prossimo, allacciò un rapporto con loro; durante i colloqui conobbe meglio la figura di Cristo e credette che Egli era il Messia promesso. Non badando alle difficoltà postele da parte della famiglia, decise di passare al cattolicesimo ed infatti il 18 gennaio 1919 ricevette il Battesimo nella Basilica Cattedrale di Przemyśl, assumendo il nome di Maria Magdalena. Questa scelta nella sua vita si accompagnò non solo all’abbandono della propria famiglia, ma anche all’assiduo impegno a portare a Cristo i fratelli più piccoli rimasti nell’orfanotrofio: Natan e Rachel. Nell’ottobre 1919 insieme a loro giunse a Miejsce Piastowe. Si fermò in una comunità nascente, che lavorava all’interno dell’Istituto “Lavoro e Temperanza” (nel 1928 fu approvato come Congregazione di San Michele Arcangelo) e rimase lì per qualche anno. Seguendo il suo consiglio, i fratelli più piccoli della Serva di Dio decisero, anche loro, di passare al Cattolicesimo e di ricevere nel 1921 il Battesimo nella Chiesa Cattolica. Maria Magdalena completò la sua istruzione nell’Istituto Statale Magistrale di Krosno, e nel 1923 superò l’esame di maturità, che le dava diritto all’insegnamento nelle scuole pubbliche. Nel 1925, desiderando la vita di clausura, lasciò Miejsce Piastowe. Nella memoria sia delle Suore di San Michele Arcangelo come pure dei concittadini di Miejsce Piastowe lasciò una testimonianza indimenticabile per la sua fedeltà nell’adempimento dei lavori quotidiani, sia quelli della costruzione della futura casa generalizia della Congregazione religiosa, sia quelli di insegnante nella scuola; come pure per il suo atteggiamento di preghiera, di raccoglimento e di bontà verso tutti coloro che le erano vicino.

b) La vita e l’attività nella Congregazione delle Suore Canonichesse dello Spirito Santo in Sassia

Dopo aver lasciato Miejsce Piastowe e dopo un breve periodo vissuto a Łomna, nei pressi di Turka (ora Ucraina), dove aiutò nell’Istituto tenuto dalle Suore Francescane della Famiglia di Maria, seguendo un desiderio profondo di darsi al Signore nella vita religiosa, Maria Magdalena fece ingresso, nel 1927, nella Congregazione delle Suore Canonichesse dello Spirito Santo in Sassia, a Cracovia. Ammessa al noviziato nell’agosto del 1928 ricevette il nome di suor Emanuela. Dopo il noviziato di due anni, nel 1930, fece la prima professione religiosa e, in seguito, nel 1933 quella perpetua.

Nella Congregazione lavorò come insegnante nelle Scuole Elementari e negli asili tenuti dalle suore. Si sentì responsabile non solo del trasmettere ai bambini le nozioni fondamentali, definite dal programma, ma anche della loro educazione religiosa, del loro crescere nell’amore di Dio.

Oltre all’apostolato, godendo della piena fiducia delle Superiore, occupò diversi posti di responsabilità in seno alla propria Congregazione: fu per due volte maestra delle novizie, alcune volte svolse l’incarico di superiora locale nonché di vicaria nelle diverse case.

Dal 1957 fino alla fine della sua vita visse nella comunità di Cracovia, edificando le suore con il suo darsi totalmente a Dio, con la sua fedeltà nei doveri di ogni giorno della vita religiosa, con la sua preghiera, semplicità, disponibilità ed amore del prossimo. Non mancò mai di dedicarsi a quanti avevano bisogno di lei.

Morì nella sua cella nel convento di Cracovia, circondata dalle suore in preghiera, il 18 gennaio 1986, all’età di 87 anni.

c) Cenni sulla vita spirituale della Serva di Dio

Conduceva una vita interiore molto profonda. Ne sono conferma gli appunti scritti da lei ogni anno, sin dal suo ingresso nella Congregazione fino agli ultimi anni della sua vita, mentre faceva gli esercizi spirituali. Oltre a questo, per comando del confessore e dei superiori, scrisse il Diario. In esso presentò la sua strada alla fede cattolica, annotò alcune esperienze interiori, le grazie della preghiera e l’esperienza dell’unione molto stretta con Cristo.

La nota distintiva della Serva di Dio è la sua sollecitudine per la salvezza degli altri. Scrisse nel Diario: “Vivo l’unione al Crocifisso. Generare nella sofferenza le anime! Sulla terra, del resto, non desidero un amore diverso”. In spirito di riparazione e di sacrificio si offrì totalmente a Dio. Fece degli atti di offerta per la conversione di Israele: “perché conosca la Luce della Verità, che è Cristo”. Durante la II guerra mondiale, preparò al Battesimo nella Chiesa Cattolica gli ebrei, mettendo a rischio la sua propria vita. Sentiva anche una particolare chiamata di Cristo a pregare per i sacerdoti, ed in modo particolare per coloro che vivevano una crisi di fedeltà, soprattutto nel periodo dopo il Concilio Vaticano II. Con queste intenzioni sopportò i dolori, le prove di fede, le sofferenze fisiche (40 anni con la perdita di udito). Si dedicava alla preghiera, faceva delle penitenze, accettava penitenze al posto degli altri, per salvare coloro che erano in pericolo di peccare.

La sua profonda umiltà, il riconoscimento della propria nullità, la donazione a Dio e l’unione stretta a Cristo Salvatore, la introdussero in una profonda comprensione del Mistero del Sacrificio Eucaristico, da lei rivissuto interiormente. Scrisse nel suo Diario: “Dio mio, cosa significano tutte le più sublimi grazie della preghiera, davanti ad una sola Comunione Eucaristica! Qui c’è una tale unione, il nostro essere viene così assorbito da Dio che diventiamo uno con Lui, inseparabilmente”. Partecipava sempre alla Santa Messa con straordinario raccoglimento e, quando era possibile, anche più volte nell’arco di una giornata. Passava ore intere nell’adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Unita al Crocifisso visse il suo amore a Lui sulla strada della fedeltà, chiedendo: “Gesù, ascoltami, perché desidero con tutta l’anima essere una santa eroica; amarTi con il Tuo proprio amore. Dammi la grazia per farlo e prendimi come offerta per la conversione delle anime”.

II. Dagli scritti di Suor Emanuela Kalb

La verità fondamentale di cui dobbiamo avere consapevolezza è quella che siamo guidati dall’amore. L’amore ci accompagna e nutre propositi colmi di bontà nei nostri confronti. Dobbiamo sottoporci con docilità e con totale fiducia. (Annotazioni, 10).

Come posso esprimere quello splendore che a volte Tu mi concedi di provare. È un mistero che si può vivere, ma esprimerlo con le parole m’è impossibile. Mi affascina ciò che in te è inafferrabile; Ti adoro perché Sei Colui che È. (Diario, 1933).

Qui bisogna diventare Gesù Crocifisso». Il Padre Celeste ci riconosce come suoi figli, allorché vede, riconosce in noi Gesù Crocifisso, il proprio Figlio morto sulla croce, il quale disse «Tutto è compiuto!» (Gv 19,30) (Diario, 1982).

Signore mio, se mi tieni accanto a Te, completamente in Te, potrò chiederTi tutto, in particolare, quando Ti prego costantemente, fortemente per i sacerdoti che ti hanno abbandonato, affinché tornino (Diario, 1983).

È più grande la grazia di poter soffrire con Gesù nel silenzio totale, che non ricevere i più alti doni mistici. Ecco perché ci vengono date le grazie della preghiera: affinché siamo capaci di soffrire insieme a Lui, per Lui e per il bene delle anime. Dio compì la Sua opera più grande sulla Croce… (Esercizi spirituali, 1969).

Essere santa non significa compiere dei miracoli. Consiste soltanto nell’amare Gesù con tutto il cuore. Dio ha voluto che tutto quello che succede, tutte le creature, tutto possa aiutarmi a lodarLo e sostenermi per raggiungere la santità. – «Ti amo, mio Dio. Trasformami a Tua somiglianza. Purificami dal mio amor proprio. Prendi in possesso la mia mente, la volontà, tutte le mie potenze. Vivi in me solo Tu». (Esercizi spirituali, 1932).

La santità consiste nella fatica di sacrificare la vita intera. Non ti scoraggiare. Chi non si scoraggia, ma segue il cammino con perseveranza, questi compirà grandi cose. Bisogna tendere fermamente a Dio. (Esercizi spirituali, 1938).

Dicevo al Signore: «O Signore, faccio tanta fatica a vivere, desidero già tornare da Te».

«Sai, quante anime si possono salvare mediante le preghiere ed i sacrifici? Non mi vuoi aiutare nella salvezza delle anime?»

«Dio mio, lo voglio, voglio vivere anche fino alla fine dei tempi, per poter conquistarTi le anime, che Tu hai amato così tanto». (Annotazioni, 20).

Che cosa possiamo dare al Signore? È Lui Stesso la nostra Proprietà. Dunque, anche il Suo Sangue versato per la salvezza del mondo ci appartiene. Nell’amore tutto diventa comune. Quindi all’immensità del Suo Amore unisco un briciolo del mio io. Così ci sarà un grande dono e si potrebbe ottenere molto. (Lettera a Giuseppina, 1981).

Adoperati affinché tutti comprendano che Dio è Amore e che dal Suo Amore scaturisce la Misericordia. Possiamo ottenere tante grazie da Dio se solo sappiamo unire il nostro ‘niente’ all’Offerta di Gesù; in particolare, se lo facciamo durante la Santa Messa, in cui Egli si offre al Padre per la nostra salvezza. È qui la certezza e il nostro tesoro più grande, da cui attingere [la grazia]. Certo, le nostre opere di penitenza bisogna unirle alle sofferenze del Salvatore e così esse raggiungono un grande valore. È importante, e lo dovresti sapere: le nostre opere hanno un valore solo in quanto unite a Lui. (Lettera a Giuseppina, 1981).

Davvero vale la pena soffrire, vale la pena offrire la propria vita per una causa più grande della vita stessa, e merita dunque di esaurire per essa tutte le forze. (Diario, 1946).

s. Immakulata Kraska CSS

III. Preghiera per l’intercessione della Serva di Dio Sr Emanuela Kalb, CSS

Dio Onnipotente e Misericordioso, che hai chiamato la tua serva suor Emanuela all’unione più stretta con il Tuo Figlio Gesù Cristo, versando nel suo cuore lo spirito di contemplazione e di zelo per la salvezza delle anime, per la sua intercessione esaudisci la mia preghiera e concedimi la grazia…
Accendi in me lo spirito dell’amore, della penitenza e dell’espiazione, perché io, seguendo il suo esempio, compia nella mia vita la Tua Volontà, fino alla fine. Amen.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria…